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18 Ott 2022

Si attenua ma non si ferma la tendenza al ribasso dei prezzi delle case nel 2019. È quanto emerge dai dati dell’Ufficio Studi di idealista che ha rilevato un ulteriore calo del 2,8% quest’anno, a una media di 1.706 euro al metro quadro. Nell’ultimo trimestre il calo è stato solo dello 0,1%.

Secondo Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’Ufficio Studi di idealista: “Confermando la tendenza dell’ultimo decennio, i prezzi delle case segnano un ulteriore calo anche quest’anno. I prezzi degli immobili, sempre vantaggiosi, supportano la domanda in un contesto disomogeneo, con aree di crescita e aree in persistente affanno. Considerate queste dinamiche del mercato, prevediamo valori ancora in contrazione nel 2020, ma in progressiva stabilizzazione nel prossimo biennio. I prezzi delle abitazioni dovrebbero invertire la tendenza, ritornando in terreno positivo a partire dal 2022”.

Regioni
Il trend negativo delle quotazioni immobiliari investe 16 regioni italiane su 20. Fanno eccezione Friuli-Venezia Giulia (5,5%), Trentino-Alto Adige (2%), Valle d’Aosta (1,3%) e Toscana (0,4%). Le variazioni più sensibili spettano a Campania (-5,7%), Abruzzo (-5,4%) e Lazio (-4,9%). Cali superiori alla media del periodo per altre 8 regioni nella forbice che va dal -4,7% dell’ Umbria, al -3,2% della Lombardia. L’unico dato ancora non affidabile riguarda la Sardegna.

I prezzi più alti della Penisola si registrano in Valle d’Aosta, dove il valore medio si attesta a 2.570 euro/m², seguono poi la Liguria (2.447 euro/m²) e il Trentino Alto Adige (2.413 euro/m²). La Calabria è la regione più economica per chi acquista, con 907 euro al metro quadro e valori in caduta libera anche quest’anno.

Province
Rispetto all’anno scorso, dove le aree in segno negativo erano il 72% delle province monitorate, quest’anno la percentuale di province in perdita sale all’80%: Le peggiori performance sono quelle di Asti (-9%), Savona (-7,6%) e Bergamo (-7,4%); all’opposto gli incrementi maggiori riguardano le province di Trieste (9%), Pordenone (7%) e Bolzano (6%).

Per quanto riguarda i prezzi di vendita, è Bolzano a guidare la classifica delle province più care con un valore pari a 3.509 euro al metro quadro. Seguono sul podio Savona (3.018 euro/m²) e Firenze (2.833 euro/m²). Nella parte opposta del ranking troviamo Isernia (793 euro/m²), Caltanissetta (736 euro/m²), chiude Biella con 649 euro/m².

Città
A livello di capoluogo l’indice generale dei prezzi conferma la tendenza a ribasso nella maggior parte dei mercati cittadini (75%), con una diminuzione dei centri in terreno positivo rispetto all’anno scorso (passano da 36 a 27 nel 2019).

Nella parte bassa della classifica, cali a due cifre ad Asti (-11,5%), seguita da Agrigento (-9,3%) e Terni (-9,1%). All’opposto gli incrementi maggiori spettano a Verona (8,1%), Firenze (7,2%) e Pordenone (6,8%).

Tra i grandi capoluoghi italiani Napoli (-8,5%) ha accusato il ribasso maggiore davanti a Bari (-7%) e Genova (-6,6%), mentre si attenua il trend negativo di Roma (-2%) e Torino (-0,3%).
Tra i grandi mercati che sono cresciuti di più quest’anno, Firenze e Bologna segnano aumenti rispettivamente di 7,2 e 6,4 punti percentuali, Milano si attesta al 4,6%.

Venezia rimane la regina dei prezzi di vendita della penisola con 4.481 euro al metro quadro, davanti a Firenze (3.938 euro/m²) e Bolzano-Bozen (3.614 euro/m²), mentre Milano si piazza quest’anno al quarto posto con 3.377 euro/m². Nella parte bassa del ranking troviamo Ragusa (833 euro/m²), Caltanissetta (785 euro/m²) e Biella, che diventa la città con il prezzo al metro quadro più basso d’Italia: 720 euro.

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